Presentiamo un articolo a cura di Nicoletta Cottone, Redazione Il Sole 24 Ore, sulla ripartenza dell’economia italiana piegata dall’emergenza Covid, che ha imposto chiusure, distanze e perdite alle imprese del turismo.
Si parla di questo agli “Stati generali del turismo” di Roma, di un settore messo in ginocchio. Un settore che rappresenta un volano per la nostra economia e ha 25,6 miliardi di euro di fatturato. Rappresenta il 15% del nostro pil, conta 283mila addetti in 52mila imprese e rappresenta un serbatoio potenziale ancora più ricco, grazie alle caratteristiche geografiche, paesaggistiche, climatiche, storiche, artistiche e sociali del nostro Paese.
«La prima gran buona notizia per il settore e per il nostro Paese – il neo ministro del Turismo Massimo Garavaglia, intervenendo al convegno – è l’istituzione del ministero, ma l’altra buona notizia è che già operativo e stiamo già lavorando, cosa che in Italia non è scontata. Dobbiamo innanzitutto gestire l’emergenza con dei sostegni e già dal prossimo decreto vedremo di intervenire in maniera importante». In gioco, ha detto il ministro, «c’è il futuro stesso dell’Italia, inscindibile da quello del turismo, e nessuno degli attori della filiera può esimersi dalla sfida». Garavaglia, che sta già incontrando ogni giorno operatori e associazioni, ha sottolineato che sta raccogliendo suggerimenti e proposte concrete su cui il nuovo ministero lavorerà.
«Dobbiamo cogliere – spiega – ogni opportunità che ci dà già questo 2021. Sappiamo che la ripartenza vera ci sarà solo quando saremo vaccinati, ma nel frattempo vediamo tutto quello che si può già fare e quindi, per quello che è possibile fare in sicurezza, iniziare a operare. É molto importante non disperdere le competenze. Faccio un esempio: se un cuoco se ne va in Svizzera perché qui non lavora e passa a 5 mila franchi, poi non lo recuperi più… In quest’ottica il fatto che si possa rientrare dalla cassa integrazione con una decontribuzione va bene ma non è pensabile che debba rientrare al 100%. Meglio a un’altra percentuale ma attenti a non disperdere le competenza e la voglia di operare».
Bisogna approfittare di questo periodo, ha detto il ministro, « per migliorare le strutture e poi c’è il tema della rivoluzione digitale che può dare grandi opportunità e sviluppi al settore». Per questo secondo Garavaglia l’Italia deve superare la frammentazione esistente che è sia a livello orizzontale che verticale. «Nel primo caso l’istituzione di un ministero, che si occupa dell’industria del turismo, di fatto finalmente la supera. Quindi le competenze sono chiare, dialogheremo con gli altri ministeri ma con la “dignità” di un ministero con portafoglio. Lavorare per l’industria del turismo faciliterà il dialogo con il ministero dello Sviluppo economico e non sarà un problema continuare a interloquire con quello della Cultura». Sulla frammentazione verticale il ministro spiega: «Abbiamo già recuperato il rapporto forte con le regioni e abbiamo già stabilito dei punti chiave. Innanzitutto prima si promuove tutti assieme il brand Italia, poi quando uno viene in Italia c’è l’imbarazzo della scelta. L’altra cosa è fare assieme è la rivoluzione digitale appunto. E cioè lo Stato, e in particolare l’Enit che è suo il braccio operativo, diventa il soggetto aggregatore della promozione digitale del sistema Italia, senza sostituirsi a nessuno ma integrando l’esistente. Ma il nostro lavoro non finisce certo qui e rimaniamo in una fase di ascolto».