Strano Paese il nostro che pare aver smarrito il senso della storia e di un destino comune.
L’economia è ripartita, con luci e ombre, ma è ripartita.
L’export viaggia a mille.
Il turismo va a gonfie vele tanto che si discute su come ridurne l’impatto nelle destinazioni più frequentate e spalmarlo meglio sul territorio nazionale.
Nel 2017 la spesa turistica internazionale è stata di oltre 1.100 miliardi di euro.
Noi da soli ne abbiamo incassati 37 miliardi. Erano 29 miliardi nel 2010.
Sono oltre 100 miliardi compreso il mercato interno.
Sono oltre 150 miliardi se calcoliamo l’impatto sulle aziende fornitrici.
Vetrine internazionali come TTG a Rimini e BTO a Firenze ci inducono da anni a un ottimismo razionale, pragmatico.
Sono ripartiti gli investimenti edilizi nel settore, per alberghi nuovi, per importanti ristrutturazioni.
Devono ripartire anche gli investimenti sulle Risorse Umane.
Ci vuole un’Università dedicata al management turistico.
Ci vuole la certificazione garantita della qualità di alberghi e ristoranti.
Siamo un piccolo Paese con un’immensa Storia.
Non è un caso che l’Umanesimo sia nato proprio in Italia.
Siamo i custodi di un patrimonio storico e culturale unico quanto originale.
Valorizziamolo meglio e vivremo anche meglio, più sereni, meno stressati.
Molti diplomati e laureati vanno all’estero.
È uno spreco ma è cosa ben diversa rispetto a quando i loro nonni e bisnonni andavano all’estero con la valigia di cartone e senza alcuna istruzione.
Molti di loro torneranno, più forti e consapevoli rispetto a quando sono partiti.
L’Intelligenza Artificiale rivoluzionerà il pianeta.
Il suo cuore sarà pur sempre umano perché l’intelligenza è universale, o non è.
Turismo sostenibile, mobilità dolce, biodiversità alimentare, musei multimediali, università.
La Civiltà del Turismo è la grande sfida del futuro prossimo.
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Renato Andreoletti